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Le antenne possono essere di tipo risonante o non risonante, nel primo caso abbiamo antenne dimensionate per risuonare su una frequenza fondamentale oppure su più frequenze in armonica.

Accordatore di antenna
Nel secondo caso abbiamo antenne di dimensione casuale (o random), quindi che non risuonano su nessuna frequenza specifica, ma possono essere “accordate” per far sì che possano essere usate in un ampio spettro di frequenze.
Per utilizzare la seconda tipologia si ricorre all’accordatore di antenna, dispositivo atto ad aggiustare l’impedenza fra linea di trasmissione (cavo coassiale o piattina bifilare), antenna e ricetrasmettitore.

Nel caso si adottino antenne di tipo bilanciato, come le antenne filari (dipoli o monopoli), si adotta anche il bal-un oppure un-un nel caso di antenna asimmetrica come il monopolo, antenna questa che viene alimentata ad un estremo, come ad esempio la “canna da pesca” o Ribakov.
In stazione abbiamo quindi l’accordatore di antenna che in taluni casi può essere inserito direttamente sotto l’antenna stessa, in questo caso si tratta in genere di accordatori automatici, anche se per certi tipi di antenna sono utilizzati accordatori manuali, ad esempio per le antenne loop magnetiche per uso portatile /P.

Questi sopra riportati sono i casi più comuni di utilizzo dell’accordatore di antenna, ma possiamo utilizzarlo comunque nella nostra stazione, ovviamente laddove possiamo avere un regime di stazionarie non ottimale, ossia ben oltre il rapporto 1:1,5, nel caso invece il R.O.S. sia in entità minore non serve avere l’accordatore, almeno in teoria e vedremo più avanti il perché di questa affermazione.

Quindi con l’accordatore siamo in grado di sintonizzare l’antenna su una o più frequenze che siano di nostro interesse, l’ampiezza della gamma operativa dipende dalla lunghezza fisica dell’antenna, dal diametro del conduttore, dal trasformatore di impedenza (bal-un oppure un-un) e anche dal tipo di accordatore usato.

Questo accessorio diventa indispensabile specialmente nel caso di antenne multibanda, infatti avremo sempre la possibilità di non usarlo affatto su alcune frequenze, in quanto l’antenna risulterà essere della lunghezza giusta per risuonare da sola, quindi per essere sintonizzata su quella specifica frequenza, ma non lo sarà sulle altre, pertanto l’accordatore ci darà modo di riportare la situazione R.O.S. a livelli ottimali.
Attenzione però a falsi miti, spesso non avallati da alcun test approfondito, uno di questi infatti riguarda il fatto che l’accordatore sia causa di perdite di potenza emessa dall’antenna (irradiazione).

E’ necessario fare una dovuta precisazione: esistono accordatori di antenna automatici molto complessi e ricchi di componenti ed esistono accordatori manuali che al loro interno hanno “soltanto” l’essenziale per un perfetto lavoro, generalmente uno o due condensatori variabili ed una bobina (induttanza).

Il primo tipo naturalmente una qualche perdita di potenza nell’inserzione fra apparato e antenna può introdurla proprio a causa dei numerosi componenti elettronici che contribuiscono al funzionamento di questo importante accessorio, ma se analizziamo l’accordatore della seconda categoria, ovvero quello manuale e facciamo un test con il nostro caro amico misuratore di campo, possiamo facilmente constatare che la perdita di inserzione non esiste proprio.

E’ molto facile fare questo tipo di test che, pare, non sia stato effettuato da nessuno in quanto in tutti gli articoli che ho sempre letto sia sul web, sia su pubblicazioni specializzate, nessuno fa mai riferimento a questo accessorio assolutamente importante e non si fa riferimento ai test di cui andremo a parlare nelle prossime righe.

Prendiamo il nostro misuratore di campo RF e posizioniamolo ad una certa distanza dall’antenna, tale che ci permetta di rilevarne il campo elettromagnetico emesso dal nostro apparato, accendiamo il ricetrasmettitore e communtiamo in trasmissione.
Se abbiamo un microfono da tavolo, possiamo bloccare il tasto del ptt in modo semplice, in caso invece che utilizziamo un microfono da palmo, possiamo semplicemente utlilizzare un gommino per bloccare il tasto ti trasmissione, ovviamente scegliamo una frequenza libera ed essicuriamoci che lo sia veramente, magari di tanto in tanto specifichiamo il nostro nominativo o la nostra sigla dicendo anche che stiamo effettuando delle prove tecniche, questo per non pensare che qualcuno stia mettendo la portante per disturbare, anche se la frequenza risulta effettivamente vuota.

Facciamo questo primo test senza accordatore di antenna collegato, nella speranza che la nostra antenna non abbia R.O.S superiore a 1:2, altrimenti cerchiamo di essere molto veloci e magari facciamoci aiutare da un amico in modo che uno dei due prema il tasto di trasmissione dell’apparato e l’altro controlli lo strumento del misuratore di campo.

Ora controlliamo lo strumento del nostro misuratore di campo e annotiamo quanto leggiamo, dopodiché ripetiamo l’operazione inserendo l’accordatore ed annotiamo quanto indicato dallo strumento.
Noteremo che l’intensità di campo è aumentata.
Questo è un test alla portata di chiunque ed è utilissimo sia per gli O.M che per i C.B.

 

ALTRO FALSO MITO: L’ACCORDATORE DI ANTENNA INGANNA I FINALI DEL TRASMETTITORE

Parlando con un O.M. e spiegandogli che avevo effettuato questo test con i relativi esiti, ha supposto che l’aumento di irradiazione potrebbe essere dovuto ad un aumento, da parte del trasmettitore, della potenza erogata in quanto, in presenza di onde stazionarie, gli apparati moderni limitano la potenza erogata così da evitare il pericolo di danni ai transistors finali di potenza.

Il dubbio era plausibile, così ho ripetuto la prova, ma questa volta con il rosmetro direttamente sotto all’antenna e l’accordatore collegato all’apparato, risultato: le stazionarie calano anche sotto l’antenna!
Quindi è chiaro che l’accordatore di antenna non è un semplice inganno, come viene spiegato di solito, argomentando che il disaccordo fra cavo e antenna rimane comunque, ma in realtà si ha un perfetto accordo di impedenze fra apparato, linea di trasmissione ed antenna producendo il risultato di una completa irradiazione della radiofrequenza emessa.

Questi test sono replicabili da chiunque, sia chiaro questo, pertanto non sono soltanto frutto di teorie o modelli matematici, siano quest’ultimi complessi o semplici, ma sono frutto di numerosissimi test replicati negli anni e con setup di stazione differenti, per essere sicuro che non potesse dipendere da un solo apparato, da un solo cavo di trasmissione, da una sola antenna e dai medesimi accessori collegati fra apparato e antenna.

Lascio comunque a voi ulteriori interpretazioni e test di verifica e vi ringrazio per aver letto questo lungo articolo.

10 risposte a Accordatore di antenna: usiamolo bene

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