Accessori di stazione
Gli accessori di stazione, sono tutti quei piccoli o grandi apparati che ci permettono di ottenere i migliori risultati sia in ricezione che in trasmissione.
Gli accessori di stazione, sono tutti quei piccoli o grandi apparati che ci permettono di ottenere i migliori risultati sia in ricezione che in trasmissione.
La teoria ci dice che per un perfetto trasferimento di potenza in antenna, è necessario che l’adattamento di impedenza fra carico (antenna), linea di trasmissione (cavo) e ricetrasmettitore sia perfetto, in questo modo non si avranno perdite di potenza se non nel caso di lunghissime tratte di cavo coassiale di bassa qualità (50 metri e oltre).
Per poter realizzare in concreto questa condizione ottimale però, è necessario che l’impianto sia dotato di due punti di trasformazione dell’impedenza: uno sotto l’antenna e l’altro in stazione.
In poche parole l’antenna che sia dotata di un bal-un (simmetrizzatore) o di un-un (trasformatore… Continua a leggere
Quando viene installata un’antenna, difficilmente ci preoccupiamo di quale viaggio fa la radiofrequenza attraverso la linea di trasmissione, ossia il cavo.
Non è raro infatti il caso in cui parte della radiofrequenza sia irradiata proprio dalla calza del cavo coassiale, il quale diventa parte integrante dell’antenna riducendone le prestazioni e introducendo fattori di disturbo verso apparati televisivi, radio, computer e via dicendo.
Il calo delle prestazioni dell’antenna però non è limitato solo alla trasmissione, dove perdiamo potenza utile (in special modo se operiamo a bassa potenza, ossia in QRP), ma abbiamo anche un aumento di disturbi in ricezione.
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Se controllassimo con un misuratore di campo avvicinando la sua antenna ad un muro dove dovrebbero passare i fili della rete luce, noteremmo che anche in questi punti viene rilevato un forte campo elettromagnetico durante la nostra trasmissione: il segnale irradiato in parte dal cavo, viene indotto nei fili elettrici della rete di distribuzione elettrica e da questa viene trasportato per tutto l’appartamento, se non addirittura negli appartamenti dei vicini di casa.
Può capitare, inoltre, che possiamo prendere la scossa toccando le parti metalliche del ricetrasmettitore, oppure in certi casi, può capitare che il nostro microfono introduca un effetto simile al “Larsen”, cioé quel fischio tipico di quando abbiamo un trasmettitore ed un ricevitore sintonizzati sulla stessa frequenza ed a breve distanza l’uno dall’altro.
In tutti questi casi esiste una soluzione: il choke RF.
Come funziona il choke?
E’ molto semplice, il suo scopo è quello di formare una barriera per le correnti alternate che scorrono sulla superficie esterna della calza e da qui vengono irradiate nell’etere circostante.
In pratica si tratta di una impedenza che blocca il flusso di radiofrequenza indesiderata, per così dire, lasciando scorrere invece la radiofrequenza “buona”, cioé quella che verrà irradiata dall’antenna.
Naturalmente però il choke RF non viene utilizzato soltanto in stazione fissa, ma anche in portatile con le antenne adatte a questo tipo di attività, quindi dipoli, canne da pesca o altre verticali e direttive di ogni genere.
Di choke RF ne esistno diverse versioni:
Di solito le informazioni che riguardano i choke RF avvolti semplicemente in aria sono discordi sul numero di spire, possono essere 7, 8, 10 o più così come i diametri cambiano da 10, 15, 20 cm.
Ho sperimentato personalmente questo tipo di choke e devo dire che i risultati non sono stati quelli che mi sarei aspettato, è rimasto sù per alcuni mesi, dopodiché ho svolto il cavo e sono ritornato alla normalità, in quanto avevo notato una perdita di potenza irradiata dall’antenna, mentre il rientro di radiofrequenza era addirittura aumentato.
Segno evidente che qualcosa non funzionava correttamente.
Quindi non restava che una cosa da fare, dal momento che la RF irradiata dal cavo non è certo una bella cosa: provare il choke con avvolgimento su nucleo di ferrite.
Detto fatto, le cose sono cambiate subito: la RF è stata annullata fin da subito, ed è perfettamente normale, in quanto il nucleo di ferrite serve per aumentare l’induttanza, pertanto oltre ad avere necessità di una lunghezza di cavo minore per realizzare le spire, abbiamo anche un aumento dell’efficienza da parte del choke.
Nondimeno abbiamo anche una larghezza di banda notevole, in pratica dagli 80 ai 10 metri, pertanto quando è necessario realizzare un bal-un choke RF, facciamolo avvolgendo del cavo coassiale (di solito RG-58 o migliore) su un nucleo di ferrite purché sia ad alta permeabilità megnetica per aumentare l’effetto dell’impedenza allo scorrimento della RF sulla calza del cavo con conseguente irradiazione.
Dopodiché posizioniamolo sotto all’antenna e sotto il bal-un, se ne abbiamo uno, a circa 45 cm di distanza, magari con uno spezzone di cavo identico a quello che utilizziamo per la linea di trasmissione e intestato con i connettori sui due lati, eviteremo così qualsiasi interferenza in trasmissione ed in ricezione e saremo sicuri di irradiare tutta la nostra potenza in antenna.
Le antenne possono essere di tipo risonante o non risonante, nel primo caso abbiamo antenne dimensionate per risuonare su una frequenza fondamentale oppure su più frequenze in armonica.
Nel secondo caso abbiamo antenne di dimensione casuale (o random), quindi che non risuonano su nessuna frequenza specifica, ma possono essere “accordate” per far sì che possano essere usate in un ampio spettro di frequenze.
Per utilizzare la seconda tipologia si ricorre all’accordatore di antenna, dispositivo atto ad aggiustare l’impedenza fra linea di trasmissione (cavo coassiale o piattina bifilare), antenna e ricetrasmettitore.
Nel caso si adottino antenne di tipo bilanciato, come le… Continua a leggere